L'arte del cappello tra passato e futuro
- Marta Colombo
- 29 set 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Cesare Cristina apre nel 1910 con l’aiuto della moglie Maria Silvera un negozio di cappelli e ombrelli da uomo nel cuore di Gallarate (Piazza Garibaldi). Il negozio ottiene subito un rapido successo dovuto anche alla posizione centrale nel “salotto” della città. Il cappello da uomo a quei tempi è un accessorio imprescindibile, soprattutto per gli esponenti dei ceti borghesi e aristocratici che lo portano quotidianamente e sono attenti alle mode internazionali. L’utilizzo del cappello allora non risente di sensibili picchi stagionali, fattore che invece condiziona fortemente il commercio degli ombrelli. La cappelleria Cristina ha tra i propri fornitori le principali industrie del tempo come Panizza, Frigerio e soprattutto Borsalino: Teresio Borsalino, figlio del fondatore Giuseppe, frequenta personalmente il negozio per concordare gli ordinativi con Mario Cristina. Nel 1927 la cappelleria si trasferisce in Piazza Libertà, sede ancora attuale del negozio, e diventa un luogo di incontro tanto frequentato da essere denominato “Bar Cristina”. I cambiamenti non riguardano solo la posizione fisica del negozio, ma anche l’offerta. Con il passare degli anni, il negozio introduce la vendita di accessori come guanti, cinture, foulard, cappelli femminili e borse. Il successo è inevitabile in quanto - come affermato da Coco Chanel - «L’educazione di una donna consiste in due lezioni: non lasciare mai la casa senza calze, non uscire mai senza cappello».
Nel 1997 la proprietà dell’azienda passa dalle nipoti del fondatore, Margherita e Iolanda Silvera, ai figli Loredana, Marina e Aldo Rattazzi; la moglie di quest’ultimo, Maria Antonietta Finato, è oggi l’amministratrice. Le vetrine e gli arredi sono rimasti quelli originali del 1927 e contribuiscono a rendere il negozio un angolo di storia. Dimostrazione di ciò è stato il riconoscimento di negozio storico di rilievo locale ricevuto nel 2006 dalla Regione Lombardia. Per quanto riguarda l’offerta merceologica, il rapporto con Borsalino e Panizza prosegue per la fornitura dei cappelli; altre ditte italiane forniscono berretti, mentre guanti, borse e accessori in pelle vengono da imprese artigianali toscane. La specializzazione in cappelleria resta, ma Maria Antonietta ha aggiunto anche la vendita di capi di abbigliamento e oggetti di bigiotteria. E ora? Quale sarà il futuro della storica Cappelleria Cristina? Continuate a seguirci e lo scoprirete insieme a noi.

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